È sarda l’alchimista che ha saputo trasformare gli scarti in oro

Daniela Anna Ducato: era assolutamente sconosciuta ai più quando, il 10 marzo 2015, ne parlammo nell’articolo Dal letame nascono i fior. Di aziende pubblicato sul vecchio blog.
Fu in occasione della Giornata della Donna, quando Sergio Mattarella le conferì la nomina a Cavaliere “per avere offerto testimonianza, con la sua attività di trasformazione degli scarti in innovativi materiali edilizi, di come l’impegno imprenditoriale possa essere d’ausilio alla causa della tutela ambientale.”cc 2019.01.28 ducato 001La sua Edizero Architecture for Peace ha sede a Guspini, Medio Campidano, censita come l’area più povera d’Italia e Daniela Anna Ducato, grazie al sapiente utilizzo degli scarti, che lei preferisce definire eccedenze in una logica di celebrazione dell’abbondanza, ha impiantato sei aziende e creato alcune centinaia di posti di lavoro.
Ne riparliamo a distanza di tre anni (anche sulla nostra pagina Facebook Centro Studi Ecosostenibili) perché la prestigiosa rivista Fortune ha certificato la Ducato donna più innovativa d’Italia, nell’ambito di una classifica delle donne in grado di cambiare il mondo.
“Ho iniziato con la lana di pecora, quella a pelo corto, uno scarto di lavorazione, un rifiuto difficile da smaltire, e l’ho trasformata in un isolante termico per l’edilizia, ma anche in una straordinaria spugna per assorbire il petrolio nel mare” ha dichiarato l’imprenditrice. E dopo la lana il sughero, e poi la canapa, e ancora le vinacce e le bucce di pomodoro: “Cento sostanze da buttare diventate 120 biomateriali da impiegare in tanti settori. Non scarti, semmai scarti preziosi, ma preferisco eccedenze, dà il senso dell’abbondanza, di un dono. Cerco di trovare una funzione a ogni cosa.”
L’imprenditrice è dell’opinione che la vera povertà siano l’incapacità delle istituzioni di ascoltare il territorio, l’assistenzialismo, lo spreco di risorse, la svalutazione dell’esistente.
E che innovare significhi non rassegnarsi, valorizzando quello che c’è invece di agognare improbabili progetti faraonici trappole travestite da Green Economy1 dietro la quale si muovono imprenditori che sfruttano solo i fondi messi a disposizione senza offrire in cambio nulla, nè ecosostenibilità nè lavoro.
Nel corso di questo 2019 Daniela Anna Ducato esplorerà nuove vie: “Mi occuperò di alta formazione nella progettazione con le Università di Cagliari e Sassari. E mi dedicherò a produzioni differenti nel settore del cibo. Ammetto che da un lato sono preoccupata, ma dall’altro so che è giusto cambiare. È sempre utile mutare prospettiva, modo di vedere le cose.”

Alberto Cazzoli Steiner

cc 2019.01.28 ducato 002NOTA – 1 – Relativamente a quella che chiamammo “la finanza dai denti a sciabola con il vestitino sostenibile” ecco una selezione di articoli che pubblicammo sul vecchio blog:
7 novembre 2013 – Onoriamo il Lupo, per noi è un animale veramente Sacro. Soprattutto se parliamo di finanza
21 ottobre 2014 – Chi sostiene la finanza sostenibile

Shamballa esiste, e vi si costruiscono case

CC 2018.10.17 Casa 3D 001Mentre mistici e filosofi continuano a cercare invano la sua forma a fior di loto nel nord dell’India, vagheggiando, a dimostrazione di quanto abbiano lasciato andare l’attaccamento alla materia, case d’oro e d’argento tempestate di gemme preziose, gli ingegneri l’hanno trovata.
È in Romagna, a Massa Lombarda, e, sorpresa: non esiste la macchinina che con la forza della mente sforna la salsapariglia e i maglioncini di cachemire tanto cari ai gauchistes ecochic, e che ho sempre immaginato come la gloriosa Imperia con cui le nostre mamme e nonne facevano la sfoglia in casa.
Molto più realisticamente, vi si costruiscono case in terra cruda, calce idraulica, paglia e lolla di riso grazie a Crane Wasp, stampante 3D di ultimissima generazione realizzata da Wasp, azienda leader nella progettazione e produzione di stampanti tridimensionali utilizzabili in svariati settori, edilizia compresa.
E, mediante la stampa digitale tridimensionale ed utilizzando nella miscela del processo additivo materiali locali e prodotti di scarto della lavorazione del riso, è stata realizzata un’abitazione prototipo, non casualmente chiamata Gaia, durante una manifestazione dimostrativa tenutasi presso la sede di Wasp il 6 e 7 ottobre scorsi e denominata, non senza ironia, “Viaggio a Shamballa”.
Merita una menzione l’indispensabile apporto della startup biellese RiceHouse, attiva nel settore dei materiali per bioedilizia utilizzando terra cruda, calce, paglia e lolla provenienti come scarti dalla lavorazione riso. Questa tecnica, ecosostenibile e di ultima generazione, ha consentito di contenere i costi del materiale, utilizzato per realizzare l’edificio dimostrativo, assommante 20 metri quadrati di piano di calpestio, in soli 900 euro.
Per chi volesse approfondire linkiamo questo interessante filmato: https://youtu.be/KS1mb8QVE-E dal quale proviene l’immagine sottostante.CC 2018.10.17 Casa 3D 003Il prototipo Gaia, così denominato in ragione dell’utilizzo della terra cruda quale principale legante della miscela, è il prodotto di un’innovativa tecnologia 3D printing che privilegia l’impiego di fibre vegetali e materiali naturali di scarto provenienti dalla produzione risicola.
Composta al 25% da terreno prelevato in sito (costituito per il 30% da argilla, per il 40% da limo e per il 30% da sabbia), per il 40% da paglia di riso trinciata, per il 25% da lolla di riso e il 10% da calce idraulica, la miscela viene posata in strati additivi portando all’estrusione della parete perimetrale della struttura per complessivi 30 m2 di involucro circolare, spesso 40 cm e completo dei sistemi di ventilazione naturale e dell’isolamento termo-acustico, finito mediante una stratigrafia di copertura in legno, isolata con calce e lolla di riso, rasato internamente con argilla e lolla di riso ed infine levigato e oliato con olio di lino.CC 2018.10.17 Casa 3D 002Ciò rende superfluo installare impianti di riscaldamento e condizionamento, poiché l’interno dell’edificio garantisce temperatura adeguata ed elevato livello di salubrità, grazie anche ad un massetto contro terra appositamente studiato per l’isolamento termico ed anch’esso in calce e lolla di riso, che permette di classare energeticamente in A4. Curato, infine, anche l’orientamento a sud-ovest, con la posa di un’ampia vetrata che, oltre ad ottimizzare la luce naturale, consente di sfruttare l’apporto passivo del sole.

Alberto C. Steiner