Kandersteg: se la montagna è instabile

Kandersteg è un villaggio svizzero del Berner Oberland situato a 1.174 metri di altitudine, conta 1.301 abitanti ed è noto per essere una delle principali stazioni sciistiche svizzere, oltre che per ospitare un Centro internazionale al quale affluiscono annualmente decine di migliaia di scout e guide di ogni continente.
Kandersteg è servito dall’omonima stazione lungo la ferrovia del Lötschberg Bern – Spiez – Frutigen – Briga il cui portale Nord del traforo, lungo quasi 15 km, si trova nel territorio comunale.
È infine un cosiddetto Comune Patriziale, vale a dire che ogni famiglia originaria del luogo ha la responsabilità della manutenzione di ogni bene ricadente nei confini comunali.

Gli abitanti della minuscola località vivono da qualche tempo sotto la costante minaccia del crollo dello Spitzer Stein, maestosa montagna situata a Sud-Est rispetto all’abitato e dalla quale ormai quotidianamente cadono piccole rocce e, occasionalmente, anche massi di dimensioni ragguardevoli.
Al verificarsi di gravi eventi Kandersteg si troverebbe direttamente sulla traiettoria di eventuali frane, colate di fango o inondazioni.
Sulla vetta dello Spitzer Stein, a 2.974 metri, il pericolo di un disastro è reale e costante poiché si sta muovendo una massa rocciosa stimata in venti milioni di metri cubi di calcare e marna che, unita con altri detriti e acqua, travolgerebbe senza scampo Kandersteg e i suoi abitanti.
La sezione che sta scivolando più velocemente si muove alla velocità, elevatissima secondo il metro di misura geologico e che non ha riscontro a livello mondiale, di circa 6-8 metri all’anno.
La ragione di tanto pericolo è l’aumento della temperatura che comporta il ritiro dei ghiacci e lo scioglimento del permafrost, compromettendo la stabilità dei pendii delle montagne.

L’Ufficio Federale dell’Ambiente ha stimato che l’8 per cento del territorio svizzero è ormai instabile, e gli insediamenti al di sotto delle zone di permafrost sono sempre più a rischio di frane e colate di fango.
La tendenza al riscaldamento del permafrost non è osservabile solamente in Svizzera, ma anche sul nostro arco alpino, dove le misurazioni dipingono un quadro desolante: le temperature del permafrost hanno raggiunto livelli record in molte località d’alta quota, mentre lo spessore dello strato attivo (lo strato superficiale del terreno che si scongela in estate e si ricongela in inverno) diventa sempre più sottile.
Secondo gli esperti è improbabile che i 20 milioni di metri cubi vengano giù in un’unica grande frana, ma non è escluso che nel prossimo decennio siano possibili cadute di roccia tra gli 1 e gli 8 milioni di metri cubi.
Piccole cadute di massi e allerte dei geologi hanno già portato alla chiusura di sentieri e settori direttamente sotto lo Spitzer Stein e la gente del posto è divisa sui pericoli, con gli abitanti più anziani spesso più scettici.
In ogni caso l’ufficio federale della Protezione Civile ha in corso un esteso monitoraggio hi-tech, che dovrebbe consentire di lanciare un’allerta con preavviso di 48 ore affinché gli abitanti siano in grado di lasciare per tempo il luogo, insieme con il bestiame. Ma le proprietà e le infrastrutture potrebbero essere danneggiate.
Le autorità di Berna hanno presentato una nuova mappa dei pericoli di Kandersteg che, tenendo conto della situazione, ha classificato quasi due terzi del villaggio come zona rossa o arancione, con la proibizione di nuove edificazioni.


Alberto Cazzoli Steiner