Immobili e terreni demaniali: facciamo chiarezza

Successivamente all’uscita del nostro articolo Banca della Terra: appena nata già puzza di fritto rancido pubblicato il 18 corrente ci sono pervenute richieste di precisazioni, oltre ad accuse di essere i soliti disfattisti, nonché ecofascisti neoliberisti che respingono irridendole le iniziative tendenti a coinvolgere i giovani, i movimenti e le spinte dal basso.
Senza perder tempo a specificare quali siano i nostri convincimenti, da tempo ben noti a chi ci legge, replichiamo con questo scritto a tali vaneggiamenti.CV 2017.03.18 Bancaterra 002I beni immobili confiscati alla criminalità organizzata sono gestiti dall’Agenzia del Demanio, che nell’ambito delle procedure fissate provvede ad assegnarli o alienarli, non di rado affrontando fattori di criticità che portano a rallentare o rendere di fatto inutilizzabili i beni stessi: gravame di ipoteche o pignoramenti, procedure giudiziarie in corso, occupazione o locazione, quote indivise.
È all’Agenzia, unico organismo che ha la facoltà di disporre del bene, che qualsiasi ente privato o pubblico che si propone o propone il riutilizzo o l’assegnazione del bene deve riferirsi, di fatto ponendosi come intermediario delle aspettative del potenziale utilizzatore. E ciò vale anche per le varie associazioni che si propongono il riutilizzo di immobili o fondi sottratti alla mafia.
L’Agenzia del Demanio, soggetto giuridico autonomo costituito da una Direzione Generale a Roma in via Barberini e 16 strutture regionali, è nata nel 1999 dal conferimento delle funzioni dell’allora Ministero delle Finanze alle quattro Agenzie: Entrate, Territorio, Dogane e Demanio. Opera nell’ambito della Pubblica Amministrazione e, per raggiungere i propri obiettivi, ricorre a strumenti operativi di tipo privatistico nell’intento di perseguire il soddisfacimento dell’interesse pubblico mediante criteri di economicità e di creazione di valore economico e sociale nella gestione del patrimonio immobiliare dello Stato.
Poiché organi di stampa e altri media diffondono spesso informazioni superficiali e fuorvianti, non raramente a beneficio dell’immagine di associazioni e conventicole, va chiarito che il tratto caratteristico principale dei beni pertinenti al demanio pubblico è la loro inalienabilità (Codice Civile articolo 822 e seguenti, articolo 2774; Codice della Navigazione articoli 28, 29, 692 per le pertinenze del demanio marittimo). Gli altri beni, di proprietà dello Stato o di enti locali e non rientranti nel demanio, costituiscono il patrimonio dell’ente, ulteriormente ripartito in disponibile e indisponibile.
Stante la connotazione definita in premessa va quindi tenuto ben presente che, quando si plaude alla nascita o all’esistenza di questa o quella organizzazione, associazione o struttura intesa a rendere disponibili edifici, aree o fondi di proprietà pubblica ci si deve riferire a soggetti intermediari. Fumo negli occhi? Non sempre, anche se talvolta trattasi di veri e propri inutili doppioni nati da iniziative politiche ma privi di qualsiasi facoltà decisionale in materia di patrimonio statale.
La procedura per acquisire un bene soggetto all’Agenzia del Demanio è semplice: si accede al sito web, si ricercano le opportunità suddivise per regioni e province, si leggono le schede tecniche, si effettuano sopralluoghi e valutazioni, si partecipa ai bandi di acquisto o locazione cauzionando l’offerta con il 10% della medesima. Diverso è il caso delle concessioni, ben specificato sul sito caso per caso.
Nel contesto di queste note una menzione particolare spetta all’iniziativa Terrevive, scaturita dal decreto con cui il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, autorizzò in attuazione dell’art. 66 del decreto legge 24 gennaio 2012 n.1, convertito nella legge 24 marzo 2012, n.27 la vendita e l’affitto con prelazione riservata agli agricoltori under 40 di 5.510 ettari di terreni provenienti per 2.480 ettari al Demanio, per 2.148 al Corpo Forestale dello Stato e per 882 al CRA, Consiglio per la Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura. Nel testo della legge è espressamente vietato attribuire ai terreni alienati o locati una destinazione urbanistica diversa da quella agricola prima che siano trascorsi 20 anni dalla trascrizione dei contratti nei pubblici registri immobiliari.
La cartina sottostante illustra per ciascuna regione il numero di ettari dei terreni originariamente compresi nel Decreto Terrevive (5.510 e non 5.512 come indicato nella cartina stessa).
L’iniziativa Banca della Terra non costituisce pertanto che un’estensione, per non dire una sovrapposizione, all’iniziativa di cui sopra.CV 2017.03.25 Terrevive 001Tradotto in soldoni, poiché di questo si tratta: chi intende acquistare o locare immobili e terreni pubblico mette mano al portafogli, chi intende invece farseli assegnare gratis et amore dei segue un altro tipo di procedura e… aspetta l’esito dell’esame di congruità, nel frattempo riunendosi con i propri sodali per progettare, raccogliere consensi, organizzare eventi, discutere, deliberare, rilasciare comunicati stampa, attendere l’erogazione di sovvenzioni.

Alberto C. Steiner

I 25 anni del Parco Agricolo Sud Milano: lo stato dell’arte

Un emiciclo dall’Adda al Ticino esteso per 47.044 ettari dove svolgono la loro attività 1.406 aziende agricole che occupano 4.097 addetti: è il Parco Agricolo Sud Milano, nella cui area rientrano 61 Comuni che ne condividono i vincoli ambientali ed urbanistici.cc-2017-02-04-parcosud-003Istituito il 23 aprile 1990 ma, a causa del tempo necessario per stilare regolamenti e convenzioni, attivato due anni più tardi, festeggia quest’anno il suo primo quarto di secolo. Oggi è gestito dalla Città Metropolitana di Milano, l’ente subentrato alla Provincia a partire dal gennaio 2015.
Anticamente l’area di competenza del parco era un’inestricabile foresta di aceri, querce, carpini, ciliegi selvatici, farnie, frassini, olmi e tigli. La plurisecolare attività agricola, in particolare quella sviluppata dai monaci cistercensi che a partire dal XII Secolo introdussero i metodi di coltivazione intensiva e le cosiddette marcite, comportarono una prima antropizzazione del territorio. Una seconda fase, ben più invasiva, iniziò con l’industrializzazione del XIX Secolo accompagnata dalla costruzione di infrastrutture viarie e dall’espansione, spesso senza ritegno, delle aree edificate, ed oggi i tratti naturalistici dell’area non costituiscono l’elemento preminente del territorio.
Alcuni comuni hanno, letteralmente, sgomitato per poter essere inseriti nell’area e circa la piaga dell’edificazione non mancano le mistificazioni, come quella che riportiamo nel box sottostante.cc-2017-02-04-parcosud-001Il progetto di istituzione del parco ha rappresentato una notevole opportunità per conservare e riqualificare quel che restava della natura prossima alle aree urbanizzate, ed in particolare risorgive, fontanili, marcite e testimonianze della storia contadina lombarda come complessi storici religiosi a vocazione agricola (le abbazie di Chiaravalle, Mirasole e Viboldone), corti fortificate (Carpiano, Coazzano, Fagnano, Gudo Visconti, Settala e Tolcinasco), antiche cascine (Bazzanella, Gudo Gambaredo, Santa Brera) e castelli (Binasco, Buccinasco, Cassino Scanasio, Cusago, Locate Triulzi, Macconago, Melegnano e Peschiera Borromeo).cc-2016-02-26-parco-sud-001Oggi l’attività principale delle aziende agricole che insistono sul territorio del parco è l’allevamento di bovini e suini, seguono la coltivazione di cereali, riso, girasole e soia. Numerosi i fondi a prato, gli orti ed i vivai. Sono state inoltre salvaguardate 40 antiche marcite.
Sempre più numerose sono le cascine attive, 29 delle quali convertitesi al biologico, dov’è possibile acquistare prodotti agricoli direttamente o tramite i 73 GAS, gruppi di acquisto solidale, che intrattengono rapporti con le aziende agricole.
Non trascurabile l’offerta agrituristica e gastronomica (non possiamo apporre il prefisso eno poiché in zona la produzione vinicola è oggi praticamente inesistente) anche tramite la presenza di qualificate trattorie, alcune delle quali tuttora ruspanti mentre altre si sono rifatte il look, ritoccando sensisbilmente e talvolta immotivatamente i prezzi.
Notevole l’offerta di percorsi ciclopedonali, sentieri per il trekking, birdwatching e persino opportunità di navigazione su fiumi e canali.
Purtroppo l’area, tangente l’aeroporto di Linate, comprende anche tangenziali esterne, siti dediti alle trivellazioni per la ricerca di metano ed impianti a biomasse per la produzione di energia elettrica, oltre a siti – dismessi ma non completamente bonificati – già sede di industrie chimiche che in passato hanno impattato pesantemente sul territorio.
Ciò che, ad un quarto di secolo dall’istituzione, non è a nostro avviso adeguatamente valorizzato è non tanto il significato naturalistico dell’area, quanto il concetto che il parco sia un luogo di lavoro, e come tale meritevole di rispetto.cc-2017-02-04-parcosud-004Sui vari siti, compresi quelli istituzionali (googlare per credere) il parco è eminentemente proposto come un giocattolo per cittadini, una valvola di sfogo delle tensioni e dei malesseri da inurbamento, un luogo dove fare gli agricoltori ecochic. Una sola considerazione: se come scritto più sopra esistono 1.406 aziende agricole che occupano 4.097 addetti, ciò significa una media di 2,91 addetti per azienda. Ne risulta in linea di massima che, escluse le aziende esistenti ma prive di addetti ufficiali (esistono, a dimostrazione che nel parco non tutto è rose e fiori, per esempio nel comparto apparentemente non-profit dove viene occupata manovalanza volontaria non retribuita), si tratta di realtà a conduzione familiare dove i buoni propositi di incremento delle opportunità di lavoro propugnati da politici ed associazioni non trovano riscontro per mancanza di spazi di manovra economici.
Il parco ha in ogni caso il merito di aver creato il tramite di un processo di reciproca conoscenza fra cassinée (come venivano definiti, in un tono invero un po’ sprezzante, i contadini dell’hinterland milanese) e cittadini, che in passato difficilmente si frequentavano. Per mezzo del parco gli agricoltori hanno inoltre trovato un’opportunità di uscire parzialmente dal circolo vizioso di prezzi capestro imposti dagli intermediari commerciali, ed i cittadini la possibilità di acquistare prodotti sani, non come quelli di plastica provenienti dal comparto agroindustriale.cc-2017-02-04-parcosud-002Nell’area del parco trovano infine spazio organizzazioni dedite alla solidarietà sociale, come quella – un tempo privata ed oggi confluita nell’Opera San francesco – che fornisce un alloggio ed un lavoro a detenuti ed ex-detenuti, la cui sede è attualmente in fase di restauro. O quella che accoglie ragazze e donne madri e vittime di violenza, stoicamente voluta da una suora, Ancilla Beretta, spentasi nel dicembre scorso all’età di 94 anni. E per finire, nel parco ci sono persino i Templari. Si incontrano in due stanze presso l’Abbazia di Chiaravalle, ma chi è in cerca di arcani misteri resterà deluso: la loro attività principale consiste nell’essere presenti, indossando la tunica con la croce patente, a determinate funzioni religiose nelle chiese del circondario. Non cercano proseliti, cercano soldi. Per ristrutturare antiche pievi e cascine da trasformare in luoghi per accogliere portatori di disagio sociale. E di notte, ad onor del vero non sempre offrendo prodotti bio a km zero ma quel che c’è, ed in quel caso non indossando la veste d’ordinanza, li trovate dalle parti della Stazione Centrale insieme con i City Angels a portare un aiuto ai sempre più numerosi homeless.

Alberto C. Steiner