Spopolamento: parte da Bedonia la rivolta contro l’e-commerce

Bedonia, poco meno di 4mila abitanti, un Dreiländereck nascosto a 500 metri di altitudine nei boschi appenninici al confine tra le province di Parma, Piacenza e Genova.
Ma anche terra di confine, ben nota a chi segue il nostro blog La Fucina dell’Anima, tra il mondo vuoto e quello insospettato della Bellezza, del sovrasensibile, del lato magico della natura, dove Haria, Donna di Conoscenza e straordinaria scrittrice, viveva, e forse vive ancora, traendo significati e depositando nel cavo dei tronchi i propri manoscritti destinati a Maria Cristina del Torchio, la titolare della casa editrice Rupe Mutevole che sedici anni fa ebbe il coraggio di pubblicare libri senza tempo, destinati a far vibrare lo spirito svelando il magico che si cela negli spazi aperti, nei boschi di castagni, nei laghi segreti, su rupi e montagne.
Restare sospese, La mappa delle antiche Donne di Conoscenza, Estensità ed Eventi di bellezza sono i titoli dei libri a nostro avviso più intensi e significativi.CSE 2020.01.21 Spopolamento 002Bedonia è nel novero dei comuni, estesi su una superficie di 50.223 km1, corrispondente ad un sesto della superficie nazionale, in cammino verso il nulla: vale a dire come se dalla carta geografica scomparissero Lombardia, Toscana e Valle d’Aosta.
Un sesto della superficie nazionale, colpita dall’abbandono e lasciata inselvatichire, vedrà migrare i propri abitanti, corrispondenti al 4 per cento della popolazione. E, come sostiene Punto Ponte, “due sono le destinazioni possibili: o il cimitero oppure i grandi centri urbani.”
Dopo alcuni decenni di effimero benessere, campagne e montagne tornano a spopolarsi, perché vivere dignitosamente, oggi, in villaggi sempre più isolati e senza mezzi pubblici, farmacie, medici, uffici postali, negozi richiede primariamente mobilità esasperata e niente affatto ecologica per soddisfare esigenze di lavoro, istruzione, socializzazione.
Non di rado le case non rispettano la normativa antisismica, internet non arriva, il gas è affidato alle bombole, il medico e la farmacia sono a molti chilometri, non ci sono né scuole né banche e la posta arriva saltuariamente in ossequio alla linea cosiddetta liberista secondo la quale non si forniscono strutture se non garantite da un certo “giro di affari”.CV 2017.06.14 Sostila 001Esistono, per onor del vero, provvedimenti legislativi tendenti a contrastare lo spopolamento, ma non è con incentivi finanziari che odorano di assistenzialismo che ci si oppone ad un fenomeno che, ormai, è culturale.
E non è nemmeno agevole ottenerli, se non ci si sa muovere tra le pastoie burocratiche, la presentazione di progetti, i bandi e gli amici degli amici.
Per esempio, il provvedimento recentemente varato dalla Regione Liguria non andrà a beneficio di nessun comune montano o della primissima collina: le amministrazioni sono concentrate a riqualificare costantemente le zone centrali mentre i borghi si spopolano, riempiendo le città e lasciando abbandonati immobili e terreni, incrementando il rischio idrogeologico in un’area di per sè difficile.
Stessa sorte, probabilmente, riguarderà un fondo di 700 euro mensili previsto dalla Regione Molise e destinato a chi decide di trasferirsi aprendo un’attività in uno dei 106 paesi con meno di duemila abitanti. Il bando, pubblicato il 16 settembre scorso e che concedeva 60 giorni di tempo per partecipare, è andato praticamente deserto ed i pochi progetti presentati non sono stati giudicati meritevoli di sostegno.
Abbiamo in corso la stesura di un progetto finanziario immobiliare, innovativo e che garantirà il recupero di superfici rurali ed agrosilvopastorali, non in funzione di presepe o buen retiro ma come recupero di attività produttive affiancate a strutture ricettive e per il benessere fisico e spirituale improntate ad un elevato livello qualitativo.
Ne parleremo a tempo debito, nel frattempo troviamo interessante riferire come tra le cause dello spopolamento dei borghi minori, oltre a quelle indicate sopra, ve ne sia una insospettata: l’e-commerce.
L’insieme delle attività di vendita e acquisto di prodotti effettuato tramite Internet sta diventando una vera e propria piaga sociale. Il comparto è fonte di inquinamento a causa dell’incremento esasperato dei servizi di consegna effettuati con furgoni i cui guidatori, tesi da tempi di percorrenza esasperati, sono causa di incidenti sempre più numerosi e di parcheggi sempre più selvaggi.
È altresì all’origine del fenomeno di un neo-schiavismo costituito dall’assunzione di lavoratori privi di tutela, con qualifiche basse e stipendi risibili rispetto al carico ed ai ritmi di lavoro.
I centri di magazzinaggio e distribuzione, inoltre, consumano suolo e contribuiscono a deturpare un paesaggio sempre più compromesso, oltre che ad intasare la rete viaria con l’incessante andirivieni di furgoni e mezzi pesanti.
Ma non c’è solo questo, a carico di questa comodità sostanziata dall’accoppiata divano e carta di credito: c’è la morte dei negozi locali.
La gente acquista su Internet per pigrizia e comodità, nonché attratta dai prezzi inferiori a quelli praticati dai negozi di paese, e persino dai centri commerciali, resi possibili dall’enorme volume di acquisti garantiti da questi colossi, spesso multinazionali quotate in borsa. Prezzi dei quali riparleremo allorché queste mostruosità avranno conseguito uno status di monopolio.
Curioso il fatto che sulla stampa e nei dibattiti televisivi si stigmatizzi il fenomeno, ma facendo precedere la prolusione dall’incipit: “Non siamo contro il progresso ma …”
Progresso? Quale progresso? L’e-commerce è regresso, non progresso: è bruttura, schiavismo, sottocultura, isolamento, inquinamento.CSE 2020.01.21 Spopolamento 001Fuori dal coro dei belanti che fingono di contestare si pone Gianpaolo Serpagli, consulente aziendale e, dal maggio 2019, sindaco di Bedonia che, con una garbatissima lettera, ha invitato bambini e ragazzi (vale a dire le loro famiglie) a prediligere per gli acquisti i negozi di prossimità.
Tutto nasce dalla promozione, attuata dal colosso dei colossi dell’ e-commerce, consistente nell’attribuzione di punti ai plessi scolastici in funzione del volume di acquisti effettuato dai genitori degli alunni che li frequentano. I punti, va da sè, consentono agli istituti scolastici di effettuare a propria volta acquisti per via telematica.
Gianpaolo Serpagli ha scritto agli alunni delle scuole locali spiegando che: “Vivere a Bedonia è un privilegio. Siamo più fortunati e protetti dalla nostra stupenda vallata rispetto a tantissimi altri luoghi. Cosa sarebbe però Bedonia senza il suo centro storico vivo con i suoi negozi e le sue attività?” e proseguendo sottolineando che “dietro i colossi dell’e-commerce ci sono ragazzi sfruttati, a cui vengono contati i passi giornalieri che devono compiere per fare il proprio lavoro, ai quali anche i bisogni fisiologici sono sottoposti a controlli” e concludendo: “ho scelto quindi di rivolgermi a voi, piccoli concittadini, perché siete la forza del nostro paese, siete la speranza che mi fa ancora dire che vale la pena amministrare la nostra piccola comunità, più semplicemente siete il futuro. Credo che la vostra generazione possa ancora cambiare le cose. Cercare di farvi capire che la sagacia delle persone sta nel guardare non all’apparenza, ma dare un’occhiata anche a ciò che sta dietro, alle seconde file. Mi sono quindi sentito di rivolgervi a voi, piccoli bedoniesi, per non farvi trascurare i nostri negozi di vicinato, forza vitale della nostra comunità.”

Alberto Cazzoli Steiner

NOTA
1 – Secondo i dati Istat e Anci al 2 gennaio 2020 i comuni italiani sono 7.904, estesi su una superficie complessiva di 301.338 km²