Mentre mistici e filosofi continuano a cercare invano la sua forma a fior di loto nel nord dell’India, vagheggiando, a dimostrazione di quanto abbiano lasciato andare l’attaccamento alla materia, case d’oro e d’argento tempestate di gemme preziose, gli ingegneri l’hanno trovata.
È in Romagna, a Massa Lombarda, e, sorpresa: non esiste la macchinina che con la forza della mente sforna la salsapariglia e i maglioncini di cachemire tanto cari ai gauchistes ecochic, e che ho sempre immaginato come la gloriosa Imperia con cui le nostre mamme e nonne facevano la sfoglia in casa.
Molto più realisticamente, vi si costruiscono case in terra cruda, calce idraulica, paglia e lolla di riso grazie a Crane Wasp, stampante 3D di ultimissima generazione realizzata da Wasp, azienda leader nella progettazione e produzione di stampanti tridimensionali utilizzabili in svariati settori, edilizia compresa.
E, mediante la stampa digitale tridimensionale ed utilizzando nella miscela del processo additivo materiali locali e prodotti di scarto della lavorazione del riso, è stata realizzata un’abitazione prototipo, non casualmente chiamata Gaia, durante una manifestazione dimostrativa tenutasi presso la sede di Wasp il 6 e 7 ottobre scorsi e denominata, non senza ironia, “Viaggio a Shamballa”.
Merita una menzione l’indispensabile apporto della startup biellese RiceHouse, attiva nel settore dei materiali per bioedilizia utilizzando terra cruda, calce, paglia e lolla provenienti come scarti dalla lavorazione riso. Questa tecnica, ecosostenibile e di ultima generazione, ha consentito di contenere i costi del materiale, utilizzato per realizzare l’edificio dimostrativo, assommante 20 metri quadrati di piano di calpestio, in soli 900 euro.
Per chi volesse approfondire linkiamo questo interessante filmato: https://youtu.be/KS1mb8QVE-E dal quale proviene l’immagine sottostante.Il prototipo Gaia, così denominato in ragione dell’utilizzo della terra cruda quale principale legante della miscela, è il prodotto di un’innovativa tecnologia 3D printing che privilegia l’impiego di fibre vegetali e materiali naturali di scarto provenienti dalla produzione risicola.
Composta al 25% da terreno prelevato in sito (costituito per il 30% da argilla, per il 40% da limo e per il 30% da sabbia), per il 40% da paglia di riso trinciata, per il 25% da lolla di riso e il 10% da calce idraulica, la miscela viene posata in strati additivi portando all’estrusione della parete perimetrale della struttura per complessivi 30 m2 di involucro circolare, spesso 40 cm e completo dei sistemi di ventilazione naturale e dell’isolamento termo-acustico, finito mediante una stratigrafia di copertura in legno, isolata con calce e lolla di riso, rasato internamente con argilla e lolla di riso ed infine levigato e oliato con olio di lino.Ciò rende superfluo installare impianti di riscaldamento e condizionamento, poiché l’interno dell’edificio garantisce temperatura adeguata ed elevato livello di salubrità, grazie anche ad un massetto contro terra appositamente studiato per l’isolamento termico ed anch’esso in calce e lolla di riso, che permette di classare energeticamente in A4. Curato, infine, anche l’orientamento a sud-ovest, con la posa di un’ampia vetrata che, oltre ad ottimizzare la luce naturale, consente di sfruttare l’apporto passivo del sole.
Alberto C. Steiner
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