Verona Green Festival: morbidezza e silenzio

Si è conclusa ieri la terza edizione della tre giorni veronese dedicata all’ecosostenibilità tenutasi nella cornice del Forte Gisella, austera ma affascinante piazzaforte austriaca a pianta pentagonale.
Ci siamo stati e ne riportiamo brevi impressioni, non tanto sui partecipanti e sulle iniziative quanto su aspetti, per così dire, emozionali. Anzitutto semplicità: nessuna concessione ad orpelli scenografici, il prato bruciato dal sole estivo, materiale pubblicitario essenziale, i bidoni della spazzatura all’esterno del punto di ristoro, visibili e comodi, e non importa se accanto all’ingresso della sala conferenze.CV 2016.09.05 Verona Green 001Nessuno che se la tirava concionando di un’improbabile illuminazione avuta sulla via di … Dossobuono. Workshop e conferenze tenuti da persone che quotidianamente si occupano nella pratica reale dell’argomento trattato, esposto pacatamente, senza toni accademici e con la massima apertura alle domande.
I bambini, impegnati in giochi nell’area loro dedicata o semplicemente in giro con i genitori, carinissimi e … da mangiare, specialmente i più piccoli. No tranquilli, molti visitatori erano vegani e i bambini non correvano pericoli.CV 2016.09.05 Verona Green 002Accennando brevemente ai partecipanti che maggiormente ci hanno stimolati segnaliamo anzitutto una Onlus che gestisce una scuola nel bosco per bambini in età prescolare, una società che si occupa di condivisione di energia elettrica, un’organizzazione che promuove accoglienza e microcredito e, infine, progettisti e costruttori di edifici in paglia e antisismici.
Ciò che nel complesso maggiormente ci è risuonato, nella giornata trascorsa, lo è stato all’insegna della morbidezza e del silenzio, oltre che della concretezza e del sorriso.
Per la prossima edizione pensiamo di organizzare visite guidate di ecosotutto milanesi: crediamo che abbiano solo da imparare. Magari anche che Radetzky era un Feldmaresciallo austriaco, non un bar alla moda per radicalchic orfani della libreria Utopia.

Alberto C. Steiner