Ci piacciono le notizie di nicchia, quelle di cui nessuno parla perché non funzionali a fomentare odio, paura o sindrome del complotto. Quella sui muri a secco della Val Poschiavo è una di queste.
Il nostro paesaggio montano è fortemente caratterizzato, anche culturalmente, dai muri a secco: in aree dall’orografia tormentata sottendono spesso terrazzamenti sui quali – grazie ad un faticoso riporto di terra – vengono coltivate specie che danno origine a qualificate produzioni tipiche: per esempio i preziosi vigneti di Valtellina allocati sulla destra orografica dell’Adda corrispondente al versante retico meridionale.
Oltre a svolgere funzioni di sostegno, recinzione e protezione costituiscono un elemento paesaggistico di notevole impatto visivo.
A dimostrazione della continuità e della contiguità antropologica sono presenti, nella medesima tipologia, anche sul versante retico settentrionale, appartenente amministrativamente al Cantone svizzero dei Grigioni e costituente parte integrante del Patrimonio Mondiale Unesco anche grazie alla presenza della RhB, la Ferrovia del Bernina, pregevolissima opera di ingegneria armoniosamente inserita nel paesaggio tanto da costituirne oggi una componente imprescindibile.Per mantenerne viva la memoria delle tecniche costruttive, con l’obiettivo preciso di garantire la trasmissione della conoscenza e del sapere legati alla costruzione a regola d’arte di questi manufatti, l’Associazione Polo Poschiavo con sede nell’omonima cittadina e Unimont, l’Università della Montagna con sede a Edolo, organizzano dal 6 al 10 settembre prossimi il 3° Corso pratico finalizzato alla comprensione, realizzazione e manutenzione dei muri a secco: rivolto a muratori, apprendisti, agricoltori, professionisti prevede la realizzazione di un muro a secco con intercalate lezioni teoriche e visite ad analoghe strutture realizzate.
Significativa l’affermazione degli organizzatori contenuta nella presentazione dell’offerta formativa: “Requisito principale è la voglia e la motivazione per impegnarsi anche fisicamente alla conservazione di queste importanti testimonianze della nostra cultura costruttiva.”Per partecipare al corso è necessario il possesso di attitudini artigianali e cognizioni di lavoro sul campo, anche minime, oltre che della necessaria attrezzatura individuale e di abiti e strumenti di protezione da cantiere: guanti, occhiali e scarpe antinfortunistiche.
Alberto C. Steiner
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