Pare che finalmente il sole sia tornato a splendere sui quasi 21mila agriturismi nostrani, ripagando chi ha investito in professionalità e qualità dei servizi offerti.
Anche se il mese di agosto non si è ancora concluso i dati diffusi da AgrieTour, organizzatore del Salone Nazionale dell’Agriturismo, e Confagricoltura dimostrano come dopo un biennio di crisi si siano sin qui registrati ben sei milioni di arrivi con una considerevole punta estiva capeggiata da tedeschi e britannici. In molte località, e la Toscana si conferma la Regione capofila con il 54% delle presenze, si è registrato il tutto esaurito.Dopo la moria che nel 2013 ha falcidiato il 22 per cento delle strutture (ne scrivemmo sul blog l’8 ottobre 2014: Agriturismo, anche no) e la crisi che ha attanagliato quelle restanti nel successivo 2014, gli agrituristi sono tornati grazie anche ad una sempre maggiore attenzione alla qualità ed alla trasparenza da parte dei gestori.
L’agriturismo rappresenta sempre più un’ottima opportunità capace di coniugare silenzio, cibo naturale, ritmi lenti della natura con puntate in montagna, al mare o nelle città d’arte e, se per gli italiani le presenze si sono limitate ad un 39%, britannici e tedeschi – rispettivamente con l’81 ed il 78 per cento degli arrivi sul montante – hanno contribuito ad apportare una boccata di ossigeno ad un settore che ha vissuto due anni veramente drammatici.Un dato curioso: tra gli stranieri si annovera il 55% di ospiti di età compresa fra 18 e 35 anni, mentre tra gli italiani i trentenni rappresentano solo il 3 per cento.
Gli agriturismi nostrani, oltre un terzo dei quali sono a conduzione femminile, sono ripartiti per il 45,1% al Nord mentre il Centro ne annovera il 34,4% e il Sud il 20,5%. Circa le preferenze degli ospiti abbiamo condensato alcuni dati interessanti nella tabella sottostante, elaborata sui dati AgrieTour e Confagricoltura.Una sorpresa è costituita dalla scoperta delle masserie pugliesi, in particolare salentine, mentre scontato è il successo delle città d’arte toscane, umbre e venete. Relativamente alla montagna le presenze più corpose si sono registrate in Trentino e in Valtellina. In calo la Valle d’Aosta che, pur con soli 52 agriturismi ufficialmente censiti, ha segnalato il maggior numero di lamentele da parte degli ospiti.
A proposito di lamentele, reclami presso le autorità o commenti al pepe sui vari portali turistici, il dato generale nazionale ha riguardato prevalentemente la scarsa attenzione al booking e la banalità dei menù, ma soprattutto la mancanza del POS (obbligatorio per pagamenti oltre i 25 €) e la “disattenzione” nel rilascio di fatture e ricevute. Senza bisogno di scrivere fervorini o prediche, sono dati che fanno riflettere.Considerati nel loro complesso, i dati disponibili fanno comunque ben sperare sulla sorte degli investimenti dedicati al comparto, particolarmente onerosi specie quando trattasi di recuperare strutture abbandonate o dismesse. I numeri dimostrano come il target è e sarà sempre più costituito dagli ospiti stranieri: sceglieranno l’agriturismo non solo per la buona cucina, la serenità e l’attenzione all’ecosostenibilità, ma anche per la disponibilità di servizi collaterali diversificati: escursioni, scoperta delle tradizioni locali, corsi, acquisto di prodotti locali. In non pochi casi si è scoperto che agli ospiti (in prevalenza a quelli stranieri) piace lavorare la terra e accudire gli animali.
Alberto C. Steiner
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