Sembra che la molecola sia più degradabile alla luce del sole, e le stime dicono che i suoi effetti impieghino più di cento anni ad annullarsi. Finora ne sono passati solo quaranta e il veleno è ancora lì.
Sto parlando della diossina TCDD, ormai nota come Diossina di Seveso, quella che fuoriuscì il 10 luglio 1976 dallo stabilimento Icmesa.Uno studio effettuato a un quarto di secolo dal disastro svelò come gli effetti misurati su un campione statisticamente ampio di popolazione fossero ancora elevati, evidenziando la probabilità di avere alterazioni neonatali ormonali e deficit fisici e intellettuali durante lo sviluppo (AA.VV.: Neonatal Thyroid Function in Seveso 25 Years after Maternal Exposure to Dioxin). Un’indagine svolta dall’ARPA Lombardia nell’ottobre 2008 confermò i dati estendendo dettagliatamente il ventaglio delle possibili patologie.
La storia infinita della Pedemontana, la faraonica A36 a detta di molti palesemente inutile, in provvidenziale ritardo di anni nella tratta da Lentate sul Seveso a Orio al Serio a causa della mancanza di risorse finanziarie e di investitori privati, scettici circa la possibilità di un ritorno economico, proprio in occasione del quarantesimo anniversario della tragedia di Seveso si trova al passaggio più critico e delicato: la tratta interposta tra Seveso e Meda che, se si farà, dovrà essere realizzata sbancando a ridosso dell’area ex-Icmesa.Dal 3 maggio al 30 giugno scorsi sono stati effettuati mediante carotaggi i campionamenti previsti dal Piano di Caratterizzazione approvato in via definitiva nel 2015, ma partito solo quest’anno dopo le correzioni richieste dai comuni consorziati: Barlassina, Cesano Maderno, Seveso, Desio e Bovisio Masciago.
Un comune ha sempre rifiutato di far parte del consorzio: Meda, che continua tuttora a sostenere l’opera perché “porta a casa soldi” senza avere idea, o meglio fregandosene della devastazione del territorio, ma pensando solo a spostare un torrente (il Tarò, affluente del Seveso) per costruire un sottopasso della ferrovia e consentire in quell’ambito la realizzazione di un nuovo centro commerciale. Se non si realizza la tratta B2, come ormai sembra possibile, non ci saranno i finanziamenti per il sottopasso e di conseguenza non sarà possibile realizzare il centro commerciale.Una breve digressione che fa comprendere quale sia la consapevolezza ecologica in quella che è una delle aree più popolate della Brianza: c’era una volta una linea tramviaria, inaugurata nel 1878, che univa Milano a Giussano, con una breve diramazione tra Cusano e Cusano Milanino. La linea venne progressivamente ridotta a Carate, a Seregno e infine a Desio per essere soppressa, secondo il gesuitico lessico dell’ATM di Milano, in via provvisoriamente definitiva nel settembre 2011 per effettuarvi opere di ammodernamento, ovviamente mai partite.
I veri nemici della tramvia, specialmente a partire dagli anni ’60 del secolo scorso, furono proprio abitanti e commercianti delle località servite, che lamentavano di non poter parcheggiare le auto a causa della presenza dei binari.
Un dettagliato articolo sul progetto di riqualificazione e sul costo spropositato del rendering, pubblicato il 16 gennaio 2014 sul vecchio blog, è leggibile qui: Mobilità insostenibile.
Tornando al disastro di Seveso, il 10 luglio commemorandone la ricorrenza scrissi: “Nell’estate del 2002 l’allora presidente degli industriali del mobile di Monza e Brianza mi raccontò che all’epoca la maggior preoccupazione dei mobilieri locali era quella di perdere clienti a causa del clima di terrore e di “caccia alle streghe”, proprio d’estate quando la gente pensa a ristrutturare la casa.” Il testo integrale è leggibile qui.Per l’effettuazione dei carotaggi è stata utilizzata una sonda campionatrice che effettua prelievi nel terreno mediante una tubazione infissa nel terreno a rotopercussione, spinta e ruotata in modo da prelevare una sezione cilindrica del diametro di circa 12 cm. Sono stati effettuati 642 campionamenti su 214 punti di prelievo: un primo campione tra 0 e 20 cm di profondità, il secondo tra 20 e 100 cm e infine il terzo tra 100 e 200 cm. Per ogni carota lunga 2 metri si sono quindi prelevati tre campioni.
Purtroppo ci sono voluti sette anni perché i carotaggi venissero disposti: da Pedemontana e da Regione Lombardia la presenza di diossina non era stata considerata un problema, che si sosteneva anzi di poter eventualmente trattare come hotspot, punti singoli.
L’indagine limita purtroppo la propria area di intervento alla sola opera autostradale, poiché Pedemontana ha accettato di prendere l’incarico di ricercare la diossina solo sul sedime delle opere in progetto, rifiutandosi di eseguire una ricerca più estesa nei comuni dove la nube della diossina ricadde nel 1976.
E la stessa legge impone bonifiche quando si riscontra un terreno contaminato oltre il limite dei 10 nanogrammi. Ma tace sulle percentuali inferiori al limite ma pericolose per la salute, e la diossina è già pericolosa ai livelli infinitesimali di picogrammi, un ordine mille volte inferiore. Movimentando certi terreni potrà accadere di rimettere in circolazione milioni di pico grammi, e la dose letale per una persona è di 2 picogrammi al giorno per 1 kg di peso corporeo.
Nelle analisi effettuate tali valori sono contenuti migliaia di volte. Per chiarire il concetto: se ci si trova su un terreno con 9 nanogrammi, quindi sotto il limite di 10 di legge, quei 9 nanogrammi per chilo di terreno corrispondono a 9000 picogrammi, una quantità in grado di aggredire una quarantina di persone.
Il progetto ipotizza di movimentare 4 milioni di metri cubi di terra, di cui almeno 600mila contaminati, per un totale di oltre un milione di tonnellate. Il conto è presto fatto.
A causa del rischio insostenibile che deriverebbe dagli scavi, in ragione del lievitare spropositato dei la costi che società dovrebbe affrontare in caso di bonifiche obbligatorie, e per il fatto che i cinque miliardi necessari non ci sono, oggi è difficile dire se la Pedemontana verrà realizzata. Negli ultimi anni sembra che abbia preso il sopravvento l’idea di abbandonare la tratta B2 potenziando invece l’attuale Milano-Meda, anche perché alcuni studi sui flussi di traffico effettuati per conto dei comuni avrebbero confermato che, per evitare il pedaggio autostradale, con la Pedemontana ci sarebbe un incremento di flusso ma nella viabilità intercomunale a causa del collettamento per incanalare il maggior traffico nei comuni più a valle.
Alberto C. Steiner
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